Pubblicato da: ideeperilpresente | febbraio 28, 2011

Il nucleare porterà circa 10mila nuovi posti di lavoro

Nucleare, vantaggi economici e occupazione vanno sempre più a braccetto. Lo ribadisce un’analisi semestrale di Confindustria, che analizza i benefici del ritorno all’atomo in Italia.

Di recente anche il presidente degli industriali piacentini Sergio Giglio ha affermato la necessità di riaprire il discorso nucleare, “come in Francia”. Ed effettivamente non ha tutti i torti: lo studio parla di investimenti per circa 30 miliardi di euro, di cui il 70% potrebbe essere gestito da aziende italiane.

I vantaggi sono innanzitutto occupazionali:la costruzione dei quattro reattori Epr porterà all’impiego di 3mila risorse dirette e 6mila indotte nella fase di cantiere (5 anni). Una volta avviati, gli impianti permetteranno di dare occupazione a circa 1000 persone per i 60 anni di vita stimati per ciascun reattore. È chiaro che l’utilizzo di personale specializzato richiede una maggiore formazione in ambito energetico:istituti tecnici e università stanno infatti incrementando corsi su nucleare e ricerca e sono sempre più numerosi gli atenei che offrono percorsi di laurea legati al nucleare.

Il nostro Paese sembra, dunque, sempre più pronto a raccogliere la sfida. Anche dal fronte istituzionale arrivano buone notizie: qualche giorno fa il ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani ha annunciato di aver stabilito la sede dell’Agenzia per la sicurezza nucleare e ha definito il ritorno all’atomo “un’assoluta priorità”(http://www.agi.it/research-e-sviluppo/notizie/201102251158-eco-rt10083-nucleare_romani_trovata_la_sede_dell_agenzia). Il ministro ha, poi, spiegato che “dal 2000 al 2010 sono stati pagati 20 miliardi in bolletta per aggiungere un 4% di energia rinnovabile”, sottolineando la necessità di rivedere i cosiddetti “certificati verdi”, che hanno portato all’incentivo di queste fonti energetiche.Anche il responsabile licensing e permitting di SNI (Sviluppo Nucleare Italia) Vincenzo Napoli è ottimista: “È chiaro che il progetto richiede tempi stretti, ma al momento non si vedono enormi criticità – ha spiegato”.


Risposte

  1. e ci lascerà oltre alle scorie radioattive 150.000 lavoratori impegnati nelle energie alternative tipo pannelli solari o eolico disoccupati BEL LAVORO

  2. La solita favola già conosciuta per le centrali a carbone. Scrivo da Civitavecchia dove si parlava, per la nostra centrale appunto a carbone, di un grande impatto occupazionale. Risultato, terminate le opere del cantiere, svolte perlopiù in subappalti pagati con un tozzo di pane, tutti gli operai sono stati mandati a casa. L’incremento occupazionale è durato sei mesi ed è costato moltissimo in termini di morti sul lavoro. Il nucleare vuole in fase di gestione della centrale lavoro estremamente specializzato. Parliamo di poche decine di tecnici formati e specializzati ad hoc per ogni sito. Le mirabolanti cifre esposte in questo articolo sono solo fumo negli occhi e alle aziende dei territori andranno solo briciole, i famosi “subappalti” che non creano ricchezza e non fanno girare la ruota dell’economia, ma solo quella dei criceti.
    Questo senza voler toccare il tema della salute dei cittadini, che in questo articolo non è stato minimamente citato. Francamente non credo che l’economia ed il profitto debbano essere il centro intorno cui gira l’universo. Da Civitavecchia vi dico che questo centro, semmai, è la salute dei nostri figli …

  3. Nessuno ha mai detto che l’economia e il profitto debbano essere, come dici tu, ‘il centro dell’universo’…La salute non è citata non perché non sia importante (anzi è fondamentale!!) ma perché il post intendeva toccare solo la questione economico/occupazionale. Che, in tempi di crisi come questi, non è comunque da sottavalutare …Non sono in grado di dirti se queste cifre sono fumo neglio occhi o meno…Mi sono limitato a riportare quanto detto da Confindustria. Personalmente sono convinto che il nucleare sia un’ottima chance per lo sviluppo e l’indipendenza energetica del nostro Paese…Speriamo che i fatti non mi costringano a ricredermi.


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